“La voce e l’immagine dolente di Pippo Delbono connessa alla mistura degli Okiees del filone Velvet Underground/ Andy Warhol, moltiplicato per la stratificazione immaginifica del XX secolo, è un synolon di densità tremenda. Questa è vera avanguardia di oggi, che restituisce il senso veritativo della tradizione autentica della cultura rock”
𝐕𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐂𝐚𝐩𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢
“Il disco ha la consistenza cruda e legnosa di un album tradizionale dello Smtihsonian Institute, ma reinterpretato da un artista punk in un’oscurità densa che si fa carne e sangue, generando un oggetto misterioso che sta a metà strada tra Mark Lanegan, Lou Reed e lo Springsteen di Nebraska. INTENSO”
𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐇𝐞𝐥𝐥𝐦𝐚𝐧𝐧 – 𝐑𝐎𝐂𝐊𝐄𝐑𝐈𝐋𝐋𝐀
“La parte musicale è stata adesso pubblicata in CD ed è un’ottima cosa perché le creazioni [degli OKIEES] non sono “solo” colonna sonora; lo scarno folk più o meno noir […] sta in piedi da sé, con le sue spigolosità strumentali e canore […] che richiamano alla mente certe cose dei Black Heart Procession”
𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐆𝐮𝐠𝐥𝐢𝐞𝐥𝐦𝐢 – 𝐁𝐋𝐎𝐖 𝐔𝐏
“[Rageen Vol. 1] alterna le canzoni ai reading di Pippo Delbono (quest’ultimo presente in alcuni brani), snocciolando un assai credibile songwriting con riferimenti non troppo ingombranti di area Americana e alt country”
𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐁𝐞𝐬𝐬𝐞𝐥𝐯𝐚 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞 – 𝐑𝐔𝐌𝐎𝐑𝐄
“Un’opera sperimentale e dunque, come ogni opera sperimentale, un gesto autoriflessivo: un figlio della cultura convergente di Henry Jenkins, […] che è, anche, un saggio sulle possibilità della transmedialità”
𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐠𝐢𝐨𝐫𝐠𝐢𝐨 – 𝐅𝐈𝐋𝐌𝐓𝐕
“Lo stile musicale è una sorta di grunge cantautoriale, certamente di chiara matrice audiotattile (come direbbe Vincenzo Caporaletti) caratterizzato dai suoni aspri, graffianti e comunque caldi della chitarra e del violino. La voce di Rabbito ricorda, ancorché canti in inglese, quella di un certo Rino Gaetano (ed è un complimento non da poco). E l’accostamento tra il canto di Rabbito e la voce narrante di Delbono “spiega” anche lo stile di quest’ultima”
𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐢𝐧𝐞𝐭𝐭𝐨 – 𝐊𝐀𝐓𝐇𝐎𝐃𝐈𝐊
“Una operazione che scava nelle viscere dell’animo umano, lo fa attraverso gli scambi fra i due protagonisti del racconto, Roger Benjamin e Benjamin Rye, attraverso il loro rapporto di odio ed amore, che diventa vademecum per raccontare i perdenti, gli ultimi, tutti i “diversi”, in un percorso catabatico fra ombre e margini della società. In definitiva, un lavoro enorme”
𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐏𝐫𝐨𝐯𝐞𝐧𝐳𝐚𝐧𝐨 – 𝐁𝐋𝐎𝐆𝐅𝐎𝐎𝐋𝐊
“Poesia, videoarte, narrativa, illustrazione, performance, reading. Una contaminazione all’avanguardia sfocia nel progetto “Rageen Vol. 1” (Edizioni Kappabit) del collettivo catanese Okiees […] con la collaborazione del pluripremiato regista Pippo Delbono”
𝐉𝐞𝐧𝐧𝐲 𝐃𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢 -𝐈𝐋 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐀𝐑𝐓𝐄
“Un’opera d’arte, a tutto tondo, è quella realizzata dal collettivo catanese Okiees […] un’inedita forma di concept album che sposa l’idea della narrazione transmediale di Henry Jenkins; infatti per la prima volta la realizzazione di un album musicale vede coinvolti anche un libro e un film sperimentale (tutti realizzati dal collettivo)”
𝐈𝐍𝐒𝐈𝐃𝐄𝐀𝐑𝐓